Una Storia Dolce: Il Miele ai Tempi dei Romani
I romani apprezzavano le proprietà del miele e lo impiegavano in cucina come bevanda e per insaporire i pasti. Scoprirono la panna montata e l’idromele
I romani apprezzavano le proprietà del miele e lo impiegavano in cucina come bevanda e per insaporire i pasti. Scoprirono la panna montata e l’idromele
“I Romani alla pari degli Egizi, offrivano ai loro dei il miele che importavano in notevoli quantità da Creta, Cipro, Spagna e Malta.”
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“Virgilio, sommo poeta e apicoltore, dedicò un intero libro dell’Eneide alle api e all’apicoltura, oltre a dichiarare la sua passione per il miele di timo di cui andava ghiotto.”
Queste sono solo alcune delle testimonianze che dimostrano come i Romani adoperassero il miele nella loro cucina e apprezzassero le sue proprietà.
Il Miele ai tempi dell’Antica Roma
Siamo nel 30 a.C, ai tempi dell’imperatore Augusto. Quei tempi hanno rappresentato l’età dell’oro per l’apicoltura. Le api venivano raccolte in tronchi cavi d’albero, dette arnie, che potevano essere realizzate di dimensione e materiali differenti, come in vimini, terracotta, corteccia degli alberi e tanto altro.
Le prime panetterie
160 a.C: il Senato promuove la creazione e l’apertura di una delle botteghe più amate dai golosi. Per la prima volta nella storia appare la panetteria.
Grazie alle panetterie, il dolce non era più esclusivamente un prodotto domestico. Si scoprì come fare la panna montata, realizzata con farina, formaggio, uova e miele, e dei dolcini simili ai nostri budini, cosparsi di miele.
Il trionfo dell’agrodolce e l’utilizzo del miele
Nella cucina romana trionfava l’agrodolce: a differenza di quanto accade oggi, non si faceva una netta differenza tra i sapori dolci e salati. Si era soliti infatti, mescolare i sapori forti e piccanti, con quelli dolci, salati e agri. I due principali insaporenti della cucina erano:
- Il miele
- Il garum, una salsa di pesce utilizzare per condire i piatti salati.
Una delle tecniche più diffuse ai tempi dei Romani, era quella di mescolare vino e miele per ottenere delle apprezzatissime bevande, tra cui l’idromele, una bibita resa alcolica dalla fermentazione del miele in acqua, bevuta al naturale o miscelata al vino, succo d’uva o, ancora, aromatizzata con erbe e sostanze varie.
Bisognerà attendere il Medioevo prima che l’idromele fosse sostituita dal vino e dalla birra, anch’essi mescolati col miele.
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