Glifosato: un Pericolo per le Api?
Il Glifosato è uno degli erbicidi più diffusi in agricoltura, ma è anche molto pericoloso per le api e per altre specie di insetti. Vediamo perché
La moria delle api è un problema che fa molto discutere, sia gli allevatori che gli ambientalisti: un’eventuale estinzione della specie, infatti, provocherebbe non pochi problemi all’economia, ma soprattutto all’ecosistema globale. Le cause che portano ad una drastica riduzione di api sono da ricondurre a vari fattori, come il riscaldamento globale, l’inquinamento, i parassiti, ma anche l’utilizzo dialcune sostanze chimiche nelle attività agricole.
Se infatti l’utilizzo di diserbanti e pesticidi favorisce alcuni aspetti della produzione agricola, per altri versi è un serio danno per le specie viventi già in pericolo, tra queste, ovviamente, figurano anche le api. Tra i farmaci più utilizzati in agricoltura e più dannosi per alcuni insetti figura anche il Glifosato.
Il Glifosato è un noto erbicida, diffuso in tutto il mondo e utilizzato per gli scopi più disparati, dall’agricoltura, per l’appunto, alla manutenzione delle zone urbane. Il funzionamento è più o meno questo: si spruzza il Glifosato sulla zona da trattare, si lasciano passare 5-6 ore circa per l’assorbimento e dopo una decina di giorni si rilevano i primi risultati, con la scomparsa delle erbacce che tendono a non ripresentarsi più.
Il problema sorge quando alcune delle piante eliminate costituiscono l’habitat principale di specie di insetti che vedono così venir meno le loro fonti di sostentamento. Piante come i trifogli, ad esempio, hanno convissuto per migliaia di anni con altre specie vegetali, come i papaveri, e, soprattutto, il grano, ma dal secondo dopoguerra in poi sembra che si stia combattendo una lotta impari per eliminarle.
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Api e glifosato: ecco cosa succede
Veniamo al punto che interessa il sostentamento delle api. Sappiamo infatti che le api sono insetti impollinatori, viaggiano di fiore in fiore spargendo polline utile alla riproduzione. Insieme al polline diffondono anche le sostanze ad esso attaccate, coprendosi di certi materiali, trasportandoli talvolta anche all’interno degli alveari.
Tra queste sostanze trasportate vi è anche anche il Glifosato. Essendo un erbicida molto diffuso, le api se ne ricoprono molto facilmente, basti pensare che secondo l’ultimo rapporto Ispra in Lombardia sono 193 i comuni che presentano tracce di fitofarmaci oltre la soglia limite. Il Glifosato, se assorbito dalle api, le rende molto più vulnerabili ed esposte al Nosema Ceranae, un parassita di recente scoperta che silenziosamente fa strage di api, senza che gli apicoltori se ne possano accorgere. Una moria che non dovrebbe verificarsi, come sostengono le principali organizzazioni ambientaliste, puntando il dito contro una scarsa prevenzione e mala gestione delle attività agricole.
Il cambiamento tanto invocato potrebbe verificarsi entro il 30 giugno, quando l’Unione Europea sarà chiamata a decidere se estendere o meno l’autorizzazione all’uso del Glifosato, sostanza che già nel 2015 era stata considerata cancerogena, come sostiene la IARC (International agency for research on cancer).
Alcune valutazioni recenti, tuttavia, hanno dimostrato che i concreti rischi per la salute dell’uomo sono molto ridotti rispetto alle previsioni della Iarc, motivo per il quale la decione dell’UE potrebbe non vertere a favore di una reale riduzione di Glifosato. Se sarà accettata una riduzione, probabilmente il Glifosato sarà utilizzato in percentuale ridotta soltanto per un periodo limitato, proiettando così l’agricoltura in un’ottica di sostenibilità anche a favore delle api, che così non correrebbero più rischi. Vice versa, una decisione negativa da parte dell’UE lascerà la situazione invariata, con pesanti conseguenze sulla salute degli insetti impollinatori. Non resta che aspettare il verdetto.
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